La grande guerra nell'Adriatico

La mostra “La grande guerra in Adriatico”, solitamente situata al museo Gallerion di Cittanova, ora presente anche nelle sale del museo di Verteneglio.

Nella sede ufficiale del museo Gallerion e esposta la mostra riguardante la nascita e lo sviluppo della Marina Austroungarica fino all’inizio della prima guerra mondiale, mentre nel Museo cittadino di Verteneglio, con 180 pannelli fotografici e numerosi reperti originali, per la prima volta nella storia sara presentata in sequenza cronologica la guerra navale in mare Adriatico.

Sarebbe potuto essere tutto diverso. La stagione turistica del 1914 era stata la migliore fi no ad allora. Tutti si aspettavano un miglioramento del tenore di vita dei ceti sociali più bassi nella Monarchia. È stata scelta, però, la soluzione peggiore, la guerra.

Di che tipo di confl itto si sia trattato, lo dice il nome stesso: Grande Guerra. È durata quattro anni e ha lasciato dietro di sé 17 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti, senza raggiungere nessuno degli obiettivi prefi ssati. È successo quello che nessuno tra coloro che l’avevano iniziata si sarebbe aspettato. Sono crollati, infatti, quattro imperi: quello tedesco, quello astroungarico, quello russo e quello turco. È sorta allo stesso tempo tutta una serie di Stati nazionali, tra cui entità geopolitiche insostenibili come il nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, predecessore di quella Jugoslavia che si è dissolta di recente, purtroppo anche in questa circostanza nel sangue.

Il nostro intento è quello di esibire per la prima volta in Europa, tramite una mostra onnicomprensiva, quella che è stata la Grande Guerra in mare, che in tutti suoi aspetti è stato un confl itto imposto e che per l’Europa è stato un evento tragicamente assurdo.

Tramite questa mostra cercheremo di trasmettere fedelmente al pubblico questa tragedia immane tramite 300 pannelli e 300 modelli navali, nonché innumerevoli oggetti e documenti originali. La mostra sarà allestita in tre siti a Cittanova e Verteneglio.

Le operazioni navali nel Mediterraneo e nell’Adriatico, nonostante la preponderanza della fl otta della Triplice intesa, sono state condotte quasi fi no alla conclusione del confl itto. La costa adriatica è rimasta libera ed è stata risparmiata dall’invasione fi no all’ingresso delle truppe italiane dopo la fi rma dell’armistizio. L’imperiale e regia Marina - nonostante tutte le diff icoltà, in fi n dei conti anche la disobbedienza e la ribellione dei marinai a causa delle pessime condizioni di vita, dell’abbandono sociale e del disimpegno nazionale - ha rappresentato praticamente fi no alla conclusione del confl itto un importante scudo difensivo, off rendo allo stesso tempo il proprio sostegno alle truppe di terra su due fronti, quello sudoccidentale e quello sudorientale. Dopo la dissoluzione dello Stato, la Marina è scomparsa praticamente dal giorno alla notte, mentre gli ex concittadini sono diventati cittadini di nuove entità statali. Le divisioni geopolitiche, infelici e ingiuste, i nuovi confi ni e le nuove sfere d’interesse hanno portato a una nuova, ancor più grande tragedia: la Seconda guerra mondiale.

La tradizione della Marina austroungarica è rimasta conservata in alcuni segmenti nella Marina da guerra del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi della Jugoslavia, e successivamente negli altri Stati loro eredi. Gli anni d’oro della presenza austriaca sul mare sono fiiniti nel 1918, anche se il suo eccezionalmente ricco patrimonio è rimasto conservato in alcune sue forme fi no al giorno d’oggi, come ad esempio nei porti e negli edifi ci portuali, nell’alta qualità della cantieristica, nel sistema formativo del personale marittimo, nella nomenclatura (specie nella marina da guerra), nel turismo e nel patrimonio culturale (il sistema di fortifi cazione a Pola). Alcuni scali portuali, come Trieste, Pola e Fiume, non ci sarebbero senza l’Austria-Ungheria, mentre la creazione di gran parte della moderna infrastruttra costiera è iniziata proprio a quell’epoca.

Testimoni particolarmente solenni e mistici di quell’epoca di grandi capitani, marinai e navi, nonché di una Marina gloriosa, sono indubbiamente i numerosi fari adriatici, guardiani e custodi delle vie marittime, amici dei marinai lungo la nostra costa e sulle isole.

Prendendo in considerazione tutte queste circostanze, il nostro desiderio e la nostra principale intenzione sono quelli di realizzare in un luogo appropriato un Museo internazionale della Marina militare come simbolo e degna memoria di quest’epoca in un certo senso eroica. La memoria, come lo sono stati gli eventi storici, deve essere assolutamente multietnica e multinazionale.

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