Tar-Vabriga Snorkeling

Rt Zub

La costa istriana tra Parenzo e Cittanova è separata dalla bellissima penisola di Lanterna, che fa parte della destinazione di Torre-Abrega. Profondamente immersa nel mare Adriatico, offre scorci magici sui paesi vicini, e nel suo punto più estremo si trova l'omonimo faro di cui parla un'interessante leggenda!  

Ai piedi del faro Capo Zub, c'è un irresistibile luogo sottomarino dove ti porteremo in un'avventura di snorkeling.  

Per arrivare alla località di Capo Zub basta percorrere la passeggiata che si snoda tra boschi di lecci fino all'estremità della penisola di Lanterna. Nella località accanto al faro si trova un parcheggio e uno stretto sentiero che conduce all’ampia zona prendisole lastricata. In caso di bel tempo e bora da questo punto è possibile vedere le Alpi italiane coperte di neve eterna, e dall'altra parte della strada si possono vedere le mura di Cittanova e la foce del fiume Quieto.  

Per entrare in mare si utilizzano le due scalette poste sul lato occidentale della zona prendisole, oppure si può percorrere il pianoro sotto il faro per raggiungere direttamente la scogliera sottomarina che, come una collina sommersa, fa capolino appena al largo della costa. Poiché questa è la parte più prominente della penisola, un'abbondanza di piccoli pesci circola in tutte le direzioni. Gruppi di pesci vagabondi, come cefali e aguglie, passano numerosi. Qui il mare è limpido e pulito, e il fondale roccioso scende lentamente negli abissi.  

La parte più interessante da esplorare è tra il faro e la scalinata in pietra. Tutto quello che devi fare è seguire la costa, che fiancheggia la spiaggia come un muro affondato. Nelle parti ombrose, le pareti sono ricoperte di alghe rosse di un bel colore rosso vinaccia, mentre verdi cascate di minuscole alghe adornano ogni anfratto. Se ti allontani un po' dal bordo della spiaggia, noterai che il fondale è disseminato di massi e banchi di sabbia. Il fondo è ricoperto da boschetti di alghe e spugne di varie dimensioni, tra cui la più appariscente è la verongia gialla. Le spugne di mare sono denominate anche “pulitrici di mare” perché si nutrono proprio in modo tale da filtrare il mare.  

Nuotando lungo la costa in direzione del faro, si raggiunge una collina sottomarina che si protende imponente dal fondo fin quasi alla superficie. Le sue pareti sono ricoperte di alghe brune e verdi, e nelle piccole cavità si nascondono bivalvi e il granchio fellone, facilmente riconoscibile per il suo guscio solido e liscio color cioccolato. La zona intorno alla collina brulica di pesci come saraghi fasciati, saraghi sparaglioni e salpe quasi dorate. Ai piedi della collina si accumulano piccoli sassi e resti di conchiglie, granchi e chiocciole.  

In questo luogo per lo snorkeling è possibile trovare molte bolme rughose (lumaca turbante). Prende il nome dalla casa arrotolata come un turbante, spesso ricoperta di alghe, ed è speciale per l’opercolo che la protegge dai predatori. Sembra un bottone di porcellana arancione (occhio di Santa Lucia), ed era usato come gioiello o amuleto nell'area dell'intera costa.  

Oltre alla bolma rugosa, qui vive anche il murice, una lumaca con una casa robusta e sinuosa con escrescenze nodose grigio-viola. È noto fin dai tempi dei Fenici, quando veniva utilizzato per ottenere il costoso colore cremisi che veniva commerciato nel Mediterraneo. A causa di questo pigmento, gli antichi greci li chiamavano "viola" (greco Phoínikes), e in seguito i romani hanno rilevato la produzione del colore cremisi sulle nostre coste.  

La località di Capo Zub abbonda di arche di Noè (dal latino Arca noae), conchiglie nere che ricordano dei ventagli. I loro gusci sono sparsi in tutta l'area. Il fondale roccioso è ricco di nascondigli per i pesci più piccoli come la donzella, che si caratterizza per il colore azzurro e la striscia laterale arancione, e il tordo verde caratterizzato dal motivo marmoreo marrone.  

È interessante notare che il Capo Zub nel corso della storia ha avuto una grande importanza come punto di riferimento in un nodo strategico chiave: la foce del fiume Quieto. Fin dalla preistoria vi si incontravano due principali vie di comunicazione. Il primo è un percorso marittimo lungo la costa occidentale dell'Istria, e il secondo è un percorso mare-fiume che un tempo portava fino al cuore dell'Istria centrale lungo il più grande fiume istriano, il Quieto.  

Fonti storiche menzionano il Capo Zub come parte di un corso d'acqua che aggirava pericolosi scogli e dirigeva le navi verso l'allora porto del Quieto, noto per l'esportazione di legno, pietra, lana, olio e grano. È stato utilizzato da navi da carico a basso pescaggio fino alla Seconda guerra mondiale. Oggi possiamo solo immaginare quanti galeoni romani dalle vele colorate, e poi fregate, siano passati davanti a questo promontorio sulla nostra più antica rotta marittima...    

 

Note importanti

Il traffico marittimo nella località di Capo Zub è molto attivo e nelle vicinanze c'è anche un centro di moto d'acqua. Se vuoi proseguire la tua ricerca un po' più in là, verso il mare aperto, non allontanarti più di 100 metri dalla riva. Mentre sei sulla riva, osserva dove si muovono le navi per scegliere una direzione di navigazione sicura. E non dimenticare che lo snorkeling più sicuro e divertente è quello in coppia!

Immergiti con noi - ti portiamo nel blu dell'Adriatico, nei suoi colori e nelle sue forme incantevoli, nella fantastica flora e fauna - nel mondo dello snorkeling

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